martedì, marzo 31, 2009

Il Dio del Cristo altri non è che l'antico Dio Amon degli Egizi

Ci siamo mai chiesti che significato ha quel famoso Amen a conclusione della preghiera del nostro Padre Nostro di Cristo ??

Nei vangeli canonici, ovvero riconosciuti dalla chiesa, gli apostoli chiedono a Gesù quale sia il modo corretto di rivolgersi a Dio. E Gesù insegna a loro la ormai famosissima preghiera del Padre Nostro.

Ma rinfreschiamoci le idee con la lettura della famossisima preghiera che tutti ben conoscono:

Padre nostro, che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà
come in cielo così in terra.
Dacci oggi
il nostro pane quotidiano,
rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo
ai nostri debitori,
e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen



IN VERITA' IO VI DICO ....

Il Padre Nostro di Gesù non è altro che una copia della preghiera rivolta al Dio Amon e quidi idoli autentici del credo egiziano con tutti i suoi faraoni al seguito.

Oh Amon, Amon, che sei nei cieli...
...Padre di chi non ha madre.
Quanto è dolce pronunciare il tuo nome.
Dacci come la gioia di vivere, il sapore del pane per il bimbo,
sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Tu che mi hai fatto vedere le tenebre, crea la luce per me.
Fammi dono della tua grazia, fa che io veda te ininterrottamente!
Amon


Scopriamo ora da dove potrebbero essere state prese le parole utilizzate in questa preghiera e rivogliamoci di nuovo agli egizi, il primo è il Papiro di Ani, si tratta di una prima stesura del Libro dei Morti e risale al periodo della XVIII dinastia (1530-1290 a.c.), qui troviamo una preghiera che ci riporta al Padre Nostro, eccola:

«Il Dio di questa Terra è il governante dell’orizzonte,
è Dio per fare grande il suo nome,
lo dedica all’adorazione del suo nome.
Data la sua esistenza di Dio, Egli negozierà per te,
la sua somiglianza sta sulla Terra,
a Dio è dato incenso e come alimento offerte quotidiane,
Dio giudicherà il vero e l’onesto e perdonerà i nostri debitori,
Vigila contro le cose che Dio disdegna, mi preserva dal male,
Dio è il re dell’orizzonte, della potenza, e della gloria,
Egli fa crescere chiunque lo faccia crescere,
permettimi che sia domani come oggi. Amon. Amon. Amon.»


Mi sembrano evidenti le somiglianze e le Lode ad Amon in questa antichissima preghiera egiziana.


Link utile

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Amen = Amon ... Il Dio Egiziano dell'antichità !! ..

Grazie Jesù per aver nascosto l'origine dei tuoi insegnamenti comunque scopro che il Dio di Gesù non era altri che il Dio Amon degli antichi Egizi !!

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mercoledì, marzo 25, 2009

Per non dimenticare la follia del Mullah Mohammed Omar

Che cosa curiosa le dichiarazioni prima e dopo del Mullah Mohammed Omar.

Nel luglio del 1999 emanato un decreto in favore delle conservazione dei Buddha di Bamiyan.

... egli dichiarò:

Il governo considera le statue di Bamiyan un esempio di una potenziale grande risorsa turistica per l’Afghanistan, e quindi dichiara che il sito di Bamiyan non dovrà essere distrutto ma protetto”.



Nel marzo 2001, secondo l’agenzia di stampa France Press, un decreto dichiarò:

« in base al verdetto del clero e alla decisione della Corte Suprema dell’Emirato Islamico, tutte le statue in Afghanistan devono essere distrutte. Tutte le statue del paese devono essere distrutte perché queste statue sono state in passato usate come idoli dagli infedeli. Sono ora onorate e possono tornare a essere idoli in futuro. Solo Allah l’Onnipotente merita di essere adorato, e niente o nessun altro. »


Le giustificazioni successive del 19 Aprile 2004 di Mullah Mohammed Omar diventano quasi miraggi di illogici perversioni.


Il 19 aprile 2004, durante un’intervista ad un giornale pachistano, il Mullah Mohammed Omar dichiarò:

Io non volevo distruggere i Buddha di Bamiyan. In realtà alcuni stranieri vennero da me e dissero che loro avrebbero voluto restaurare le statue che erano state lievemente danneggiate a causa delle piogge. Questo mi scandalizzò. Pensai “questa gente insensibile non ha riguardo delle migliaia di essere umani che muoiono di fame, ma sono così preoccupati per oggetti inanimati come i Buddha”. Questo era estremamente deplorevole, e questa è la ragione per cui ne ho ordinato la distruzione. Fossero venuti per ragioni umanitarie, non ne avrei mai ordinato la distruzione”.


http://it.wikipedia.org/wiki/Buddha_di_Bamiyan

sabato, marzo 14, 2009

Copyright pure sulla rete ?? !!!!

Copyright, alla larga dal modello francese
di Paolo Gentiloni

Un ”Comitato tecnico ministeriale contro la pirateria digitale e multimediale” è stato istituito con l’obiettivo di difendere il diritto d’autore nella rete. Dove vuole arrivare questo Comitato? Risponde il Governo: a una legge equilibrata che tuteli il copyright senza soffocare il web. Ma ci sono almeno un paio di ragioni che mi fanno dubitare di questa intenzione dichiarata.
Innanzitutto il decreto Urbani, varato dal precedente governo Berlusconi. Un decreto per nulla equilibrato, tutto concentrato sulla logica -peraltro rivelatasi irrealizzabile- della criminalizzazione di qualsiasi forma di downloading illecito individuale. Si vuole riproporre quell’esperienza fallimentare?
E poi, seconda ragione di allarme, i riferimenti fatti dal Ministro Bondi alla discussione in corso in Francia, dove proprio in settimana approda in Parlamento la legge Hadopi secondo la quale il downloading illecito provoca automaticamente e per semplice via amministrativa il distacco della connessione a internet utilizzata per scaricare il file tutelato da copyright. Una misura di una durezza e di una rozzezza incredibili -basti pensare che l’illecito anche occasionale di un singolo provoca la sospensione del diritto a collegarsi in rete per un’intera comunità (familiare o altro)- ma a quanto pare fortemente sponsorizzata dal Presidente Sarkozy.
Sarà bene vigilare nelle prossime settimane sull’attività del “Comitato” nostrano. Per il futuro dei diritti d’autore e dell’industria culturale c’è bisogno di rilanciare con serietà (e magari con il sostegno di forti incentivi dello Stato) l’offerta legale di contenuti on line; di lavorare sui tempi delle finestre di uscita dei diversi prodotti; e di concentrare l’azione repressiva nei confronti della pirateria organizzata.
Non c’è invece alcun bisogno di un nuovo tentativo, magari “alla francese”, di criminalizzare il peer to peer.

Fonte link sito: http://www2.paologentiloni.it/?p=1745


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